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AnnuncioRitardo Il pendolare piacione

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Come preventivato, la scienza in poche settimane ha isolato un’altra specie di Pendolare: il Pendolaris Piacionis.

A differenza delle altre specie, generalmente descrivibili come unisessuali, il Piacionis manifesta comportamenti diversi a seconda che sia Piacionis Masculus o Piacionis Muliebris.

Oggi parleremo del Masculus.

Quando sale sul treno, questo Pendolare manifesta immediatamente i tre segnali della provoloneria: sorriso smagliante a doppia fila con intarsi d’oro e filo interdentale, sospetta caparbietà nell’insistere a voler aprire la porta dello scompartimento a tutte le donne del circondario e tipica postura con gomito poggiato a un qualsivoglia supporto e capello riavviato con un unico movimento del collo. Roba da frattura istantanea, ma non per lui. Essendo inoltre dotato di un prodigioso istinto da cacciatore, il Pandolaris Piacionis Masculus individua immediatamente la sua preda, che deve essere in possesso dei seguenti requisiti:
– solitudine
– essere femmina.
E il secondo è stato inserito solo di recente dopo le indignate proteste di un certo Giovanardi sceso di corsa dal regionale Prato-Firenze.

Visti i parametri, la caccia è relativamente breve, ancorché complicata da numerosi fattori quali l’istinto di aprire galantemente il finestrino, la porta dello scompartimento, quella esterna e quella dei mefitici cessi a tutte (pure a novembre) e la scomoda posa gomito-supporto-collo-capelli che effettivamente rende difficile mantenere salda l’andatura. Ma insomma, una volta individuata, è sua. Non la molla. E non la mollerà fino al capolinea, perché il Pendolaris Masculus predilige le tratte lunghe e al tempo stesso dirette. Mica fesso, l’amico.

La conversazione comincia in maniera generale, un commento sul tempo, sul treno preso appena in tempo (quando sono ore che va avanti e indietro sulle Frecce di mezza Europa), sul tempo che faceva mentre prendeva il treno appena in tempo e così via. Le allitterazioni stordiscono la malcapitata che a quel punto è pronta per il colpo da maestro: Il Racconto dell’Altra Sera.

Versione ufficiale.
Eravamo io, Burt, James, John e Rob. Non sapevamo che fare e, stanchi di fare jogging mentre disquisivamo della fenomenologia dello spirito, ci siamo detti “Dai ragazzi, facciamoci una doccia, rasiamoci, mettiamoci il deodorante e usciamo. Penso sia un’ottima serata per conoscere qualcuno con cui scambiare opinioni”. “Giusto – mi hanno risposto loro – effettivamente è molto che non conversiamo con alcuno circa le ragioni filogenetiche della preminenza dell’orale sullo scritto in linguistica generale”. Così, dopo esserci lavati il sudore di dosso, ci siamo incamminati verso un locale di nostra conoscenza, noto per ospitare alcuni dei dibattiti culturali più interessanti d’Italia. Quella sera, la discussione era imperniata su Lelio Capilupi, autore poco noto ma pregevolissimo del Cinquecento. Dopo un paio d’ore passate a sorseggiare frizzantini e a piluccare caviale, Burt e John hanno proposto una passeggiata distensiva, mentre James e Rob hanno lasciato in fretta il locale perché, presi dalla discussione sull’antipetrarchismo, avevano dimenticato di dover andare in questura, dove ogni sera svolgono il servizio di volontariato. Rimaniamo in tre, estatici dopo la conversazione, ma al tempo stesso insoddisfatti di non poterla condividere con un’anima a noi somigliante. Consci dei nostri limiti, prendiamo la via di casa e ci separiamo, augurandoci l’un l’altro di trovare al più presto uno spirito affine con cui entrare in contatto.

Versione ufficiosa.
Erano lui, Carmine il Mazzolaro detto Burt data la poderosa intensità dei suoi rutti, Giacomino detto James perché guardava sempre e solo i primi dieci minuti di 007 in lituano “tanto non ci capisco niente uguale”, Giovannone l’Ubriacone detto Piedediporco non perché facesse lo scassinatore ma per la forma curiosa che le sue estremità avevano preso grazie alla gotta da whiskey, Alfio detto Rob da Robivecchi, attività di famiglia che portava avanti con lustro da ben dieci anni, incrementando i guadagni modesti con un po’ di sana usura alla vecchia maniera. Stavano sacramentando contro il governo ladro, rincorrendo i piccioni nel vicolo noto ai più come Via Dertossico, dal momento che per arrivare all’altro capo bisognava giocare a Campana tra le siringhe, scansare qualche tarpone morto ed evitare di contrarre malattie scomparse dal ’54. A un certo punto il Nostro grufola qualcosa che gli altri interpretano come un “Che palle ‘gnamo a facci una birra dal Bagascione”. Il Bagascione, per la cronaca, era il nomignolo affettuoso con cui veniva appellata la locanda “Da Moreno”, detto il Bagascione perché Moreno era la barista proprietaria. La poveretta aveva deciso di cambiare l’insegna del bar quando tutti cominciarono a chiederle con un po’troppa insistenza per quale motivo Morena facesse lavorare solo il fratello maschio, per giunta coi tacchi e il rossetto, che sulla barba stavano maluccio.
Direttamente dal vicolo, olezzanti di piscio e con un vago odore di pantegana sotto le scarpe, i cinque arrivarono al locale e subito il Piedediporco ruttò “Moreno, fnhcvjnbnvfBIRRA”. La brava barista, ormai avvezza a certi clienti, prese da sotto il bancone cinque boccali pieni di roba gialla e spumosa che i più esperti chiamavano “Acqua dei piatti sporchi”, i più ubriachi “Birra speciale”. Insomma, dopo un quarto d’ora erano tutti e cinque sbronzi come tacchini e desiderosi di una lavanda gastrica. Fu in quel momento che Giovannone e il Mazzolaro decisero di uscire dal Bagascione per andare in cerca del proprio fegato mentre, nello stesso istante, la polizia faceva irruzione arrestando il Robivecchi e Giacomino per strozzinaggio e spaccio di vhs pornografici doppiati in lingue dell’est e i cui primi dieci minuti ricordavano pericolosamente gli 007 con Pierce Brosnan. I tre superstiti, rientrando a casa, si salutarono filosoficamente constatando che alla fine “gira e gira anche oggi ‘un s’è trombato”.

È a questo punto che la palla passa alla vittima del Piacionis Masculus. Lui le sue carte le ha giocate. Ora sta a lei.
Se la ragazza è sveglia, annuirà sorridendo e poi fingerà di telefonare al fidanzato, alla mamma o alla mamma del fidanzato, causando l’immediata ritirata del Nostro.
Se è una locca, abboccherà chiedendo di partecipare anche lei a questi raduni culturali, per poi finire spiaggiata sul bancone cercando di conquistare Moreno con la vecchia scusa dell’ingenuità delle donne e abbondanti alitate al sapore di risciacquature di piatti.

Alessia R. Terrusi.

Ps.domenica prossima il rispetto della par condicio vedrà descritti aspetti comportamentali e caratteristiche della Pendolaris Muliebris, state calmi hometti.

Foto tratta da Magistraalis.ee

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Pubblicato il: 1 giugno 2014

Argomenti: AnnuncioRitardo, Quaderni

Visto da: 1628 persone

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Una risposta a: AnnuncioRitardo Il pendolare piacione

  1. avatar tom scrive:

    Qualcuno si ripassa Benni :)

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