Ecco altri tre giochi aggratise, garantiti al limone per quei cosi lì, quelli che si mettono in tasca fingendo che servano a telefonare. Dal momento che stiamo tutti per morire in maniera orribile in un conflitto nucleare, perché non trascorrere un po’ del rimanente tempo con dell’offerta ludica gratuita di qualità? Che fai, ti tocchi? Sei touch pure tu? Aahahahahah ah. Ehm.
Random Heroes (Ravenous Games) è un po’ come David Hasselhoff nudo sul vostro letto: farà contenti i nostalgici dell’azione anni Ottanta. Tra fognature vittoriane e vertiginose piattaforme, c’è da sterminare un’invasione zombesca a suon di pallettoni. Avete solo tre punti vita, da ripristinare con i medikit che trovate all’interno dei livelli. Ogni tarpano rispedito all’altro mondo regala monetine che sbloccano nuove pistole e nuovi vestiti per il vostro avatar. Non sottovaluterei, pertanto, la concreta occasione che questo gioco offre di abbigliarsi da suora carmelitana e falciare non morti con un bazooka a ricerca.
Space Harvest (All-seeing Interactive) giunse su iPhone in tempi non sospetti, volendo essere un onesto clone dei giochi di strategia in tempo reale come Starcraft. Ed è ancora un’eccellente dimostrazione di come fare un buon gioco con poche risorse. È anche, beninteso, un clone spudorato di Starcraft. Ma almeno ha il buonsenso di metterci un’ambientazione nuova (bande di fungaioli spaziali che competono per un pezzo di terra) e poche missioni, ma belle difficili. Se vi piace bestemmiare nell’intimità dell’autobus per Pontedera, è il gioco per voi.
Blip Blup Free (Ustwo) presenta nove serie (dalla decima in poi avete a frugàvvi) di rompicapi con musichina ambient. Obiettivo del gioco è colorare tutte le piastrelle grigie attivando ondate di colore col vostro ditino. Imparando a diffondere il colore con i rimbalzi sulle diagonali e altre tecniche avanzate, riuscirete a completare i livelli col minor numero di tocchi possibile. È un gioco calmo, rilassante, ma che in silenzio ti giudica e ride di te. Un gioco da fie, insomma. E qui me ne vado prima di toccarne io.
Tommaso Mongelli