Bocciata lo scorso giovedì in consiglio comunale la mozione presentata da Una città in comune – Prc per impegnare il sindaco e la giunta a chiedere la sospensione immediata dell’intesa firmata in prefettura lo scorso 3 febbraio per la costituzione e di una squadra di volontari specializzati nella tutela del patrimonio storico artistico pisano. Nella mozione si chiedeva inoltre l’apertura di un tavolo di “confronto permanente sia con i soggetti istituzionali presenti all’incontro del 3 febbraio sia con le associazioni professionali e le forze civili interessate a salvaguardare il patrimonio monumentale della città e del suo territorio, per costruire politiche locali di lunga durata sostenibili per i Beni Culturali e per i professionisti che se ne occupano”.
Una mozione che è arrivata in discussione a sette mesi dalla firma e dalla stesura della mozione stessa, presentata il 20 febbraio, dopo distinguo, rassicurazioni e un intenso dibattito cittadino che ha visto la costituzione di un coordinamento di associazioni e professionisti contrari all’intesa.
Ultime, ma più significative quelle della soprintendente Paola Raffaella David, entrata in ruolo a cose già fatte, del Prefetto di Pisa Francesco Tagliente che l’ha promossa su sollecitazione del sindaco.
Se Tagliente alla vigilia del pensionamento affermò: “Può darsi che il documento sia scritto in maniera impropria”, in riferimento alle polemiche suscitate, l’architetto David nel corso di un incontro pubblico disse di non condividere l’intesa, aggiungendo che questa “per essere operativa necessita di un protocollo attuativo, che però mi vedrebbe contraria se venisse proposto”.
Un’intesa a cui nessuno sembra dunque interessato a dar seguito, ma che, obbiettava il consigliere Ciccio Auletta, restando sulla carta avrebbe potuto essere poi rispolverata, dato che “le carte restano e le persone cambiano”.
E se è vero che la mozione è arrivata in consiglio quando la discussione pubblica intorno all’intesa si è ormai affievolita, non è stata recepito l’assunto di Auletta: “Se si vota contro il ritiro dell’intesa, significa che la si ritiene valida”. Al contrario sostenerne il ritiro avrebbe significato mettere nero su bianco che si è contrari “all’impiego di volontari per attività lavorative”. Perché ha spiegato Auletta “dalla lettura del verbale è chiaro che è di lavoro che si sta parlando, come dimostrano la presenza dell’Inail e della Direzione Territoriale del lavoro al tavolo in prefettura”.
A sollevare l’altra criticità è Valeria Antoni del Movimento 5 Stelle che ha sottolineato che l’intesa, oltre a svilire le professionalità, violava l’articolo 6 della Carta di Pisa nel riconoscere come interlocutore una sola associazione, gli Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani. “L’amministratore – ha ricordato Valeria Antoni citando la Carta – deve astenersi dall’esercizio delle proprie funzioni o dall’utilizzo delle prerogative legate alla sua carica nell’interesse particolare di individui o di gruppi di individui, a detrimento dell’interesse generale”.
A intervenire nel dibattito in consiglio comunale l’assessore alla cultura Dario Danti, che in questi mesi ha preso parte agli incontri pubblici e incontrato il coordinamento contrario all’intesa. “Quello firmato in Prefettura è un verbale di intesa fra enti e istituzioni, che in assenza di un protocollo attuativo non ha risvolti concreti. Come amministrazione comunale intendiamo favorire il volontariato nelle istituzioni culturali. Ma questo ma non deve essere sostitutivo del lavoro e delle professionalità”.
A partire dal documento sottoscritto da Danti insieme all’assessore al patrimonio Andrea Serfogli, firmatario per il Comune dell’intesa, con cui si riconduceva qualsiasi attività di volontariato nell’alveo delle leggi e si sottolineava il ruolo imprescindibile delle Soprintendenze nella programmazione, condivisione, supervisione e governo degli interventi sull’opera d’arte, l’assessore Danti ha parlato dell’intesa del 3 febbraio come di un’iniziativa che si inserisce nel “solco del grande progetto della Regione della Magna Charta del volontariato”.
“Questo dibattito – ha proseguito Danti – purtroppo non è più attuale, perché per una serie di fattori, dibattiti compresi, hanno chiarito, sebbene secondo me lo fossero anche a monte, i confini precisi e il ruolo centrale della soprintendenza. Così come la necessità di implementare gli organici”.
“Il dibattito – ha concluso – deve essere riportato fuori dalla strumentalità e da intenzioni che non sono quelle dell’amministrazione. Si devono distinguere professionalità e volontariato, ma non demonizzare il volontariato quando si basa sui principi della Magna Charta”. Carta che è sempre rimasta punto di riferimento per il coordinamento durante tutto il dibattito e la battaglia per il ritiro dell’intesa.
“Verba volant, scripta manent – commenta Una città in comune-Prc – Sette mesi dopo, l’intesa prefettizia sui beni culturali è nulla, ma ancora valida!
L’assessore era stato chiaro nel dire che l’intesa su volontariato e beni culturali non avrebbe avuto seguito ed era quindi da considerarsi superata. Sarebbe auspicabile coerenza e consequenzialità nelle scelte politiche rispetto a ciò che si dice e si è ripetuto pubblicamente e in più occasioni”.