Per riflettere insieme sulle immagini che ci circondano e sulla loro creazione Battitoriliberi ha invitato Riccardo Falcinelli, che fra poche settimane, al Teatro Lux, parlerà di torri di Pisa (forse) e di molto altro
Era diventata un’ossessione. Torri di Pisa dappertutto.
Prima di allora non ci avevo mai fatto caso, finché il socio non me lo ha fatto notare. E a quel punto ho cominciato a trovarle ovunque; mi sono sentita accerchiata, ma ho provato a guardarle con occhi nuovi.
Quant’è bella la Torre di Pisa. È storta, si riconosce bene, è una meraviglia in quella piazza che è tutta un capolavoro.
Noi abitanti di questa ridente cittadina la sentiamo un po’ nostra, e quindi la usiamo in ogni cosa che parla di noi. Dobbiamo fare un logo per la nostra nuova azienda? Eccola là l’ispirazione, già bell’e pronta! Dobbiamo fare un manifesto per il nostro convegno? se non metti la Torre non si capisce dov’è! E la nuova insegna? in fondo vendo prodotti del territorio, come far capire che è roba buona, roba di qui? Ancora lei! magari con due verdurine sopra, ma è sempre lei! E se mi servisse un loghino un po’ più stiloso, in fondo siamo una società seria, ma vogliamo anche far vedere che abbiamo radici nella città? magari possiamo metterla, ma giusto un accenno, no? Basta una linea o una lettera storta, capire si capisce comunque, non trovate?
Ho provato a entrare nella testa dei grafici. Chissà, forse la Torre di Pisa è la risposta per il pigro che non trova l’idea giusta: cosa potrei usare, da dove partire? Non mi viene in mente nulla, uffa… Mmm… Ma certo! Lei, lei e ancora lei!
La Torre è di tutti e tutti la usano. Però viene da domandarsi: se è ovunque, non si smette di notarla?
Insomma, la Torre è di tutti e tutti la usano. Però viene da domandarsi: se è ovunque, non si smette di notarla? Un logo, un manifesto, un’insegna vogliono comunicare, dire qualcosa, e le immagini che usano non dovrebbero essere casuali. Stessa cosa per i nomi: se tutto si chiama La Torre, se c’è un’agenzia La Torre, un’erboristeria La Torre, una pizzeria La Torre, allora è come quando in una classe ci sono quattro Francesco: non si capisce mai chi stai chiamando. Se la Torre è in tutti i manifesti, tutti i manifesti rischiano di somigliarsi, no? E finisce che, per caratterizzare ciò che si sta creando, con la Torre se ne fanno di tutti i colori: la si raffigura con serpenti arrotolati, visitata da medici dall’occhio sornione, mezza nascosta da tranci di pizza.
Occorrerebbe forse capire quando usarla: è giusto che ci sia nel logo che rappresenta la città per la promozione del turismo, ma per un negozio di ottica? in un menù? in un supermercatino a un chilometro dalla piazza dei Miracoli che vende spezie orientali?
Per riflettere insieme sulle immagini che ci circondano e sulla loro creazione abbiamo invitato Riccardo Falcinelli, che fra poche settimane, al Teatro Lux, ci parlerà di torri di Pisa (forse) e di molto altro, nell’ambito di una serie di presentazioni secondo noi molto interessanti.
Intanto ci chiediamo: c’è alternativa? La Torre ha una forza iconografica incredibile, non si può negare, e suggerisce direttamente e immediatamente Pisa come nient’altro. Difficile dire se sia efficace o meno. A volte sì, a volte no, dipende dal contesto e dall’uso che se ne fa.
Però, per favore, non provateci con la croce pallata: ho già l’indigestione al solo pensiero!
Avevamo raccolto #torridipisa in Scusi, dov’è la torre? e Siamo accerchiati!, ma sono infinite…
Sarò chiaramente un decelebrato, ma sul logo di IF solo oggi mi accorgo della torre, e stavo meglio prima. Si potrebbe fare una raccolta di impieghi trash della torre, dagli anni 80 in poi. Secondo me non si salva nessuno…