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Beni culturali, 33 milioni di interventi: il Comune presenta il suo dossier

KayYen-flickr

Oltre 33 milioni di euro. Questa la cifra che negli ultimi anni è stata investita a Pisa nel patrimonio storico artistico della città. Che sale a più di 35 milioni se si somma quanto investito per il restauro della Domus Mazziniana (oggi commissariata, con problemi di spazio e affidata alla Scuola Normale, per cui si attende un protocollo con il Mibact che ne consenta il rilancio).

A fare il bilancio di cinque anni di interventi e recuperi sul patrimonio cittadino sono il sindaco Marco Filippeschi e gli assessori Andrea Serfogli e Dario Danti. Un bilancio che, almeno in parte, è una risposta al duro articolo di Tomaso Montanari su Il Fatto Quotidiano del 30 luglio.

Il prof. Montanari scriveva: “Se fossi il sindaco o l’assessore alla Cultura di Pisa, il rettore di una delle università, il vescovo o il soprintendente ora mi vergognerei a uscire di casa: perché tutti possono farsi un’idea, solida e diretta, delle responsabilità enormi di una classe dirigente che è eufemistico definire inadeguata. Una città in cui mentre una grande basilica romanica come San Paolo a Ripa d’Arno è chiusa da anni e rischia di crollare”.

L’occasione per la stoccata era la presentazione del Libro bianco sui beni culturali pisani redatto dal gruppo cultura di Una città in comune , che traccia una mappa e racconta lo stato del nostro patrimonio storico-artistico e culturale.

Il dossier presentato ieri dall’amministrazione comunale ricostruisce gli interventi messi in campo e fornisce le cifre degli ultimi 5 anni.

33 milioni e 664 mila euro in totale, di cui circa 13 milioni provenienti dalle casse del Comune.
15 milioni e 108 mila euro i fondi reperiti attraverso i progetti PIUSS, 4 milioni e 610 mila euro messi in campo dalla Fondazione Pisa per i beni di proprietà comunale (partecipazione al finanziamento dei PIUSS compresi). A questi si aggiungono 810 mila euro della Regione, 110 mila euro della presidenza del Consiglio dei Ministri e 24 mila euro provenienti da sponsor.

Il dossier redatto dal Comune ripercorre gli interventi messi in atto in questi 5 anni sul patrimonio di proprietà comunale. A trovare posto fra le cose fatte anche tre “beni” che di proprietà comunale non sono, come il palazzo della Sapienza e la Biblioteca Universitaria, la Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno e la Chiesa dei Cavalieri. Inclusi perché, ha sottolineato Dario Danti “pur non essendo di nostra proprietà li sentiamo comunque parte integrante del nostro patrimonio”.

E perché, non a caso, sono stati i simboli delle denunce e delle polemiche sull’abbandono del patrimonio storico artistico della città. Così come non è casuale il momento in cui questo dossier è stato presentato: alla vigilia della fine dei lavori alla chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri e all’inizio di quelli alla Spina.

Per la chiesa della Spina si sta studiando il bando di evidenza pubblica per affidarne la gestione, che dovrà garantirne l’apertura attraverso lavoro retribuito. Il bando probabilmente prevederà la possibilità di un biglietto di ingresso, di cifra modica (un euro è la cifra ipotizzata), ma anche la possibilità per l’amministrazione comunale di organizzare eventi e manifestazioni (come la mostra sui Fili a Piombo) nella Spina.

Il bando per la gestione sarà la strada che comunque verrà percorsa per tutti i beni recuperati (più complesso il discorso per la Cittadella Galileiana in cui ad essere individuati dovranno essere investitori interessati anche all’incubatore di impresa): “Per progetti di gestione diretta – ha detto il Sindaco – non abbiamo risorse a disposizione”.

A fronte dei molti progetti messi in campo, a grande maggioranza PIUSS, il futuro dei beni recuperati resta incerto. Se non per il fatto che saranno i privati a gestire, almeno in maggior parte a quanto pare, il patrimonio di proprietà comunale recuperato.

“Il patrimonio storico e artistico – scrive Tomaso Montanari ne “Le pietre e il popolo” – serve a produrre cultura e cittadinanza (come dice la Costituzione)”. E certo rappresenta anche un’opportunità per incrementare il turismo e quindi l’economia. Due facce che non devono necessariamente entrare in conflitto fra loro.

Allora, fuori di polemica, da auspicare è un dialogo fra gli studiosi da un lato e gli amministratori dall’altro, in modo da far convivere e sviluppare in armonia il valore che la Costituzione attribuisce ai nostri beni culturali e l’opportunità di crescita economica che questi danno. Individuando, perché no, insieme le priorità.

Il Comune sta portando avanti le trattative per incamerare due beni oggi di proprietà demaniale. La stazione Radio di Marconi a Coltano, e lo spazio sopra le Logge dei Banchi, che oggi ospita un deposito dell’Archivio di Stato.
Se fino ad oggi per lo spazio antistante le logge non sembravano esserci margini, degli spiragli sembrano essersi aperti. Il Comune sta studiando una permuta con un edificio a Ospedaletto.
Gli interventi del dossier
Museo delle Navi Antiche – 4 milioni di euro provenienti dal Mibact. Per il completamento del progetto totale (ma il Museo, potrà essere operativo anche prima della fine dell’intero progetto ) servono atri 7 milioni di euro.
La necessità di recuperare questi fondi, insieme ai 6 milioni per la Certosa di Calci, è già all’attenzione del Mibact: la Soprintendenza ha già fatto richiesta per attingere ai fondi di sviluppo e coesione indicando questi due interventi come prioritari. E i sindaco Marco Filippeschi incontrerà il ministro Dario Franceschini in occasione della sua presenza a Pisa per l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Normale.
Chiesa della Spina – 200 mila euro per il rifacimento del tetto, 21 mila euro per l’impianto elettrico, 100 mila euro finanziati dalla Fondazione Pisa per le vetrate.
Murales di Keith Haring – 130 mia euro per la riqualificazione della piazzetta antistante.
Mura Medioevali – 5 milioni e 800 mila euro per gli interventi di restauro, 3 milioni di euro per la promenade. Di questi 1,2 milioni di euro provengono dalle casse comunali.
Arsenali Repubblicani e Torre Guelfa – 1 milione e 745 mila euro per l’acquisto de complesso. 5 milioni per ‘intervento PIUSS. 665 mila euro finanziati dal comune per ulteriori opere e risistemazione esterna.
Bastione Sangallo – 1,5 milioni di euro. Predisposto un progetto di sistemazioni delle aree adiacenti per cui è stato chiesto l’intervento della Fondazione Pisa (non ancora finanziato).
Bastione Stampace – 910 mila euro per il recupero del tratto di mura e del bastione finanziato dalla Fondazione Pisa.
Cittadella Galileiana e Stallette – 2 milioni di euro per riqualificazione ex macelli, 910 mila euro per la nuova ludoteca scientifica, 2 milioni e 970 mila euro per il recupero delle ex Stallette. LINK L’intervento rientra nei progetti Piuss, in fase di sottoscrizione un protocollo con la Regione Toscana per ulteriori finanziamenti per gli allestimenti museali e il completamento dell’intervento.
Chiesa di Santa Croce in Fossabanda – 200 mila euro con il contributo della Fondazione Pisa.
Chiesa e Chiostro di San Francesco – 1,4 milioni di euro per la realizzazione asilo Coccapani. Definito dalla Soprintendenza un progetto per il recupero del chiostro principale: l’intervento è di 300 mila euro, la Fondazione Pisa avrebbe manifestato interesse a finanziarlo.
Palazzo Gambacorti – 84 mila euro per il portele e la facciata di via Toselli. 400 mila euro per il restauro della Sala delle Baleari e della Sala Rossa, cofinanziati dalla Fondazione Pisa.
Teatro Verdi – 200 mila euro per restauro pittorico e consolidamento dalle strutture lignee della volta, finanziato dalla Fondazione Pisa.
Teatro di Calambrone – 1 milione e 280 mila euro, co-finanziato dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa (oggi il teatro è inutilizzato).
Piazza dei Cavalieri – 2,6 milioni di euro per lo scavo, ripavimentazione e nuova illuminazione. Fondi Piuss.
Restauro monumenti cittadini – Vittorio Emanuele II 31 mila euro, Giuseppe Mazzini 26 mila euro, Giuseppe Garibaldi 52 mia euro, finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Acquedotto Mediceo – 72 mila euro di interventi di somma urgenza a carico del Comune di Pisa. 30 mila euro finanziati dalla regione per indagini, studi e progetti.
Palazzo Pretorio – definito il progetto di recupero, finanziato per 600 mila euro, al momento bloccarti dai vincoli del patto di stabilità. Ma l’assessore Serfogli confida di riuscire a istruire la gara per i lavori a gara entro la fine dell’anno.
Bastione del Parlascio – 1,1 milioni di euro per l’acquisizione tramite permuta, 10 mila euro per pulizia e messa in sicurezza. Progetto di recupero ultimato, costo 1,9 milioni di euro di cui 300 mila di risorse comunali. Per i restanti 1,6 milioni chiesto il finanziamento alla Fondazione Pisa che si esprimerà entro dicembre.
Chiesa di San Zeno – 500 mila euro per il restauro. Richiesto finanziamento alla Fondazione Pisa nell’ambito del bando per i beni culturali il finanziamento per il rifacimento del tetto e per interventi finalizzati ad attività teatrali e musicali.
Cappella di Sant’Agata – Il progetto preliminare ha ottenuto il finanziamento di 91.900 euro dalla Fondazione Pisa. Il progetto definitivo dovrebbe essere concluso entro la fine dell’anno e l’inizio dei lavori è previsto nel 2015.
Chiesa della Qualquonia – 40 mila euro di fondi comunali per al riparazione del tetto. Presentato un progetto per il bando per i beni culturali della Fondazione Pisa per un finanziamento. Costo totale 2,9 milioni di euro, di cui 1,1 milione chiesti alla Fondazione che si esprimerà entro la fine dell’anno.

 

Foto di KayYen – Flickr[/box]

 

 

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Scritto da:

Pubblicato il: 14 settembre 2014

Argomenti: Cultura, Pisa, Politica

Visto da: 1207 persone

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Una risposta a: Beni culturali, 33 milioni di interventi: il Comune presenta il suo dossier

  1. avatar L'amante dell'arte scrive:

    Il dialogo è reso difficile dal fatto che l’amministrazione comunale tende a considerare voci pregiudizialmente contrarie studiosi e intellettuali (salvo i pochi che hanno ancora in tasca la tessera del partito). Nel tempo sono stati presi a “pernacchie” tutti i più illustri esperti di storia e cultura presenti nella nostra città, da Salvatore Settis ad Adriano Prosperi, a Chiara Frugoni, per limitarsi ai nomi più noti. Si compie così un clamoroso errore strategico in una città come Pisa, che infatti soffre di un modello di sviluppo culturale e artistico profondamente inadeguato perché improntato quasi esclusivamente al ritorno commerciale e al peggiore turismo di massa (perché potrebbe esserci anche un turismo di massa buono e meno impattante). Ne è prova questo fragile dossier, che rispecchia l’idea che la tutela dei beni culturali si misuri in milioni di euro “investiti”. Evidentemente i soldi possono anche essere spesi male (ad es., per “caramellare” le mura medievali e montarci poi un’improbabile balaustra di ferro). Del resto, se spendi tanto e molti dei tuoi monumenti sono chiusi o messi male, qualche domanda dovresti pur fartela. Ma questo, stiamone certi, non accadrà.

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