I giorni potrebbero essere contati per il Distretto 42. Ieri lo stacco della luce, oggi l’annuncio che lo sgombero potrebbe essere imminente, “sette, dieci gioirni” temono al Municipio dei Beni Comuni.
Mentre nel parco di 8 mila metri quadrati vanno avanti i lavori perché tutto sia pronto per l’inaugurazionedi domani a Don Gallo , la macchina giudiziaria sembra essersi accelerata. E gli spazi di dialogo con l’amministrazione e il consiglio comunale ristretti. Certamente non è un bel segnale il distacco dell’utenza elettrica che “dal 2004, quando la dismissione è avvenuta, è rimasta attiva. E viene invece interrotta a pochi gioirni dal nostro ingresso”.
L’accelerazione dei tempi lascia perplessi gli attivisti del Municipio, soprattutto perché la prospettiva è quella di 12 mila metri quadrati che torneranno a chiudersi “per i prossimi 10 anni. Il Demanio avrebbe dovuto rispondere alla richiesta del Comune per il passaggio dell’immobile entro il 30 gennaio. La risposta non è arrivata. Quindi ci chiediamo: se ancora il Demanio non ha deciso quali sono i suoi progetti su quest’area, dov’è questa urgenza? C’è qualcuno che spinge per questa accelerazione?”
Di certo al momento ci sono solo due cose.
La chiusra della Conferenza dei capigruppo in consiglio comunale che hanno risposto negativamente alla richiesta del Municipio dei Beni Comuni di incontro e dialogo. Il primo ad esprimersi in maniera negativa è stato il Presidente del Consiglio Ranieri Del Torto scrivendo: “L’Ufficio di Presidenza esprime la propria contrarietà a un incontro in una sede istituzionale con dei soggetti che hanno promosso un’occupazione abusiva e proprio a seguito di tale occupazione ed in virtù di quella, chiedono l’incontro”.
A questo è seguita la decisione di rifiutare l’incontro della Conferenza: un no sostenuto dal PD, Forza Italia e da In lista per Pisa (lista civica a cui fa capo il vicesindaco Paolo Ghezzi).
“Quella presa – commenta Una città in comune – è una decisione incredibile: chi occupa non può essere ricevuto in una sede istituzionale. Si tratta di un fatto senza precedenti che nulla ha a che fare con la democrazia e con la funzione delle istituzioni prevista dalla nostra Costituzione. E’ stato scelto un piano inclinato per cui oggi chi occupa spazi abbandonati, domani chi occupa le fabbriche, dopodomani chi occupa case sfitte non ha il diritto di essere riconosciuto”.
L’altra è la petizione promossa dagli abitant di San Martino, che da ieri sera ha iniziato a circiolare per la raccolta firme, in cui si chiede al Sindaco di sedersi a un tavolo insieme ai cittadini per decidere insieme il futuro del parco.
Due gli appuntamenti che il Municipio lancia in difersa del Distretto 42. Un presidio a Roma mercoledì sotto la sede dell’Agenzia del Demanio, insieme a Progetto Comune (un’assemblea che riunisce vari spazi sociali romani fra cui Scup e il Teatro valle). E giovedì in consiglio comunale a Pisa, per ribadire che il Municipio, come del resto ogni altra realtà e pure nella divesità delle posizioni, ha il diritto di essere ascoltata.
In effetti, questa vicenda ha qualcosa di surreale. Non si capisce perché dopo tanti anni di attività sociali e culturali che hanno il solo limite di essere libere e, talvolta, critiche verso la gestione della città e le tante opere di speculazione che vi si realizzano (ma la critica non era il sale della democrazia?), l’Amministrazione comunale non si impegni per trovare una soluzione definitiva alla palese necessità di un grande spazio sociale a Pisa. Chi occupa non lo fa perché gli piace, ma perché non ci sono altre soluzioni, a meno di non trasformarsi in una realtà imprenditoriale, che però non può essere l’unico orizzonte praticabile per chi aspira a fare attività sociali e culturali. Eppure ora, prendendo a pretesto l’occupazione, addirittura si nega l’interlocuzione, introducendo così un principio che non è mai stato fatto valere per nessuno in città, ivi compreso lo stesso Municipio dei Beni Comuni, ricevuto più volte dal Sindaco e dai suoi assessori quando si trovava nell’area dell’ex Colorificio.
Mi sfugge davvero il senso, in una fase storica difficile come questa, di un’Amministrazione che sembra odiare dalle viscere chi passa il proprio tempo libero a riparare biciclette gratis, a ripulire un parco abbandonato o ad organizzare una biblioteca aperta a tutti, mentre è disposta ad accelerare iter burocratici e permessi, costruendo strade e rotonde “ad hoc”, quando si tratta di spianare la strada (letteralmente) all’arrivo della multinazionale IKEA.
Il punto è che tutti sanno ormai che le associazioni che danno vita al Municipio dei Beni Comuni sono profondamente radicate in città e non sarà certo il terzo sgombero in 4 mesi a cancellarle, anzi. Anche perché le loro attività rispondono a un’esigenza reale. Perché dunque l’Amministrazione non fa il suo dovere, riconoscendo a tutti il loro diritto di cittadinanza e sforzandosi di favorire soluzioni che promuovano l’impegno sociale e culturale dei suoi abitanti nell’interesse di tutta la città?
Perché Marco non sarà un premio Nobel (anche se in questi cinque anni ha fatto tanto per Pisa, tipo legalizzare il kebab, politica antiproibizionista radicale e filomigrante, se mai ve ne furono, e vedrai nei prossimi cinque quante altre ne ha in cantiere!), ma dopo anni di tattica rifondarola subìta ormai da quell’orecchio non ci sente più. L’ispessimento cartilagineo, con conseguente ipertrofia, è un tratto evolutivo (?) che, come tutti, si manifesta per l’esigenza politica, ma ormai anche umana, di sopravvivere alla glaciazione…
“chi occupa non può essere ricevuto in una sede istituzionale”.
già, chi fa per gli altri e per il popolo è un delinquente; chi invece ruba, froda, è inquisito, è pregiudicato perché fa per se invece può sedersi al tavolo con renzi e napolitano… macchiette di personaggi…